mercoledì 19 ottobre 2011

Italia -Svizzera 2 a 0

Avevo promesso che avrei parlato ancora del mio mini viaggio/baby vacanza in quel di Basilea ed in effetti avevo anticipato che sarebbe stata una storia di nani strani, torte alcoliche, foulard modello badante moldava, orientali elvetico-teutoniche, "checche" nel gelato, craniate contro i lampadari, bombardamenti di risate nel silenzio del ristorante per colpa di Capitan Fracassa Maroni... ma... in realtà questa volta devo raccontare della principessa fallica.
Sì, sì, ho scritto proprio fallica, non finnica o gallica, proprio fallica... Ok, direi che l'aggettivo l'ho già scritto troppe volte.
Il fatto è che io ed Anna volevamo dare una svolta culturale ai mei tre giorni di passione svizzera, così ci siamo dette, anzi Anna ha detto: "Mary, non puoi proprio perderti la fondazione Beyeler, vedrai, ci sono opere d'autore che regalano davvero un'emozione, Picasso, Rousseau, Monet...".
Così, per farla breve, arriviamo in loco per scopire che buona parte dello spazio era stato riservato ad una mostra temporanea dedicata a Brancusi e Serra, due "scultori".
Ora, capisco che il virgolettato sia un pò tendenzioso, ma, diciamola tutta, le lastre di ferro semi-arrugginito di Richard Serra, grandi quanto le stanze che le ospitavano, poisizionate in orizzontale, verticale diagonale, attaccate al soffitto, al pavimento, ai muri e brr... grande brivido di eccitazione... anche in bilico (!) bé, perdonate l'ignoranza, ma non le ho trovate proprio entusiasmanti.... E poi, Brancusi: che dire? tutta una serie infinita di uova pasquali spacciate per teste di Venere, di "Negresse Blanche" o, peggio, panettoni di marmo chiaramente ispirati a fulgidi deretani femminili ma etichettati dall'autore come "Torse de jeune fille" (ma quale torse e torse, quelle sono natiche!!)
In ogni caso, finché si è trattato di tutto questo, potevo ancora restare seria e non turbare i rigorosi canoni dell'elvetica etichetta pubblica.
Nuvole temporalesche minacciavano, però, tanta pacata serenità...
Mentre ci aggiravamo con il viso tirato, nel disperato tentativo di non lasciar trasparire la sotterranea ilarità che ci suscitavano i commenti fintamente esperti dei visitatori del museo (in realtà, confusi quanto noi ma inclini a schiacciarsi tutte le dita dei piedi sotto i cubi di ferro del "buon Serra" piuttosto che ammetterlo) accadeva l'irreparabile; nonostante i tentativi di Annalisa di deviare la mia attenzione sull'ennesimo uovo del Brancusi e di coprire (invano!) la mia visuale, i miei occhi subivano un radicale ed irreversibile cambiamento e lei, a denti stretti esclamava:
"lo sapevo, l'ha vista"
Eh si, l'avevo proprio vista...
Cosa succede quando, dopo ore passate sopra un'equazione matematica, vedi chiaramente la soluzione? non sembra quasi di avere una rivelazione??
Ecco, io, all'improvviso, avevo avuto la mia rivelazione:
"Ma quello è un.... è un... è un enorme...."
"Shhhhhhhhhhhhhhh!! Zitta! Zitta! Mary, non fiatare" La forza del sibilo di Annalisa poteva fare invidia alla coda di un serpente a sonagli!
"Anna, ma l'hai visto?!? no dico, vedi quello che vedo io?!?"
E lei "Sì, e ora so con certezza quale sarà l'argomento della mia tesi di laurea.." Anna, di fronte a questa fulgida principessa dorata che, tutto, e dico TUTTO, poteva essere tranne che una testa di .... principessa, partiva con l'analisi psicologica dello scultore e dei complessi edipici e non.
Il tentativo, lo so, era quello di arginare il fiume di risate che ormai prorompeva impetuoso.... perché, devo dirlo, io non sono svizzera; io se vedo un... COSO... tutto dorato, in mezzo ad una sala con tanto di transenna di sicurezza ed allarme e intitolato "Principessa X", bè, io scoppio (ma dove cavolo sarebbe la principessa??). Lo so, forse tutto ciò è infantile, ma, del resto, io due maroni così proprio non li ho visti mai.
Il seguito di questa esperienza quasi mistica si poteva prevedere: fuga precipitosa, andante allegro, brio e lacrime... perché certe risate ti vengono dal cuore! Le guardie, svizzere, ma senza pantaloni alla zuava, ci guardavano perplesse (forse non hanno mai sentito il suono delle risate...) mentre gli altri visitatori continuavano ad osservare la viril opera con viso compunto... a parte una sagace ed esperta anziana signora che, lungi dallo sganasciarsi, stirava le labbra e piegava la pelle del viso con occhio compiaciuto; forse stava pensando "Kissà se qvesta smorfia su fiso è normale? forse dofrei visitarre Herr Docktor..."
Ah, mia cara signora Elvetica, si faccia 'sta risata alla faccia del.... ehm... DELLA Princesse X!
                                                                                                     

1 commento:

  1. Eccola li' la principessa!!! in tutta la sua regale bellezza!!! Nell'ultimo mese poi ho incontrato il sig Brancousi a New York e a S.Francisco...inutile dire che appena ho visto l'opera ho capito subito chi era l'autore senza bisogno dell'audioguida e Valerio mi guardava strabiliato.
    Se ci fossi stata anche tu non dico a NY (un po' di meraviglia ma sufficiente contegno), ma sicuramente a S. Francisco ci avrebbero arrestate (dal terzo incontro con sto tale non si puo' uscire indenni)....

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