venerdì 23 luglio 2010

Metti un venerdì sera da sola, in ufficio...


Metti un venerdì sera, da sola in ufficio... sto guardando il temporale.... nel silenzio più totale di un luogo che, senza il turbine delle telefonate, delle discussioni e del ticchettìo delle tastiere, si trasforma, improvvisamente, in un mondo nuovo, quasi estraneo. Fuori, imperversa la grandine e la pioggia si abbatte impietosamente sulle vetrate mentre io resto qui, in ascolto di ogni singolo rumore.. è come se questo luogo volesse sussurrarmi qualcosa e, così, immagino voci antiche di bimbi che si rincorrono nel corridoio dove ora si trova l'archivio o il profumo di un pranzo domenicale consumato nella quiete della famiglia riunita. Chissà chi viveva in questo appartamento di un palazzo costruito oltre cinquant'anni fa, nel centro di una cittadina borghese e falsamente bigotta, alle spalle della grande chiesa centrale... chissà?? Strani pensieri, è vero, eppure a volte gli oggetti che abbiamo intorno sembrano in grado di trattenere qualcosa della vitalità (forse dell'anima?), di chi li ha posseduti, potendo, così, anche dopo tanti anni, sussurrartene sogni, segreti e paure...
Marianna 23/07/2010

mercoledì 21 luglio 2010

La fatina dalle mani d'oro





Ci sono persone che il talento lo esprimono in modo naturale, senza nessuna fatica, nessuno sforzo, come se fosse l'arte a manifestarsi a loro e non il contrario.
Guardare queste persone all'opera ha qualcosa di estremamente affascinante, quasi misterioso, e' come essere trasportati in una dimensione nuova e restare li' per tutto il tempo in cui si realizza la meraviglia.

Mi era già capitato ascoltando il mio amico Mauro leggere le sue poesie, o tra le note di violino di una ragazza molto dolce di Basilea che ci fa sempre il gran piacere di invitarci ai suoi concerti, ma mai avrei pensato di rimanere incantata guardando nascere un vestito.

Per l'esattezza il "mio" vestito, studiato appositamente su di me, cucito direttamente sulla mia pelle e confezionato con la cura di una mamma che coccola il suo neonato.
Ogni filo,ogni piega e' stata controllata e perfezionata, la stoffa tagliata a regola d'arte seguendo la trama delicata del tessuto, ogni bordo delineato da preziose cuciture, ma senza un disegno preciso, seguendo solo l'istinto della creatività, quella autentica.

Così', dopo aver dato forma e personalità all' abito,ecco gli accessori, impreziositi anche questi da leggeri richiami alla soffice seta del vestito.

Bello sentirsi ogni tanto come Cenerentola alla vigilia del ballo, anche se ad essere onesti il paragone non mi si addice in maniera particolare, con la fatina dalle mani d'oro come alleata...

Grazie per l'abito, per le scarpine e per le stoffe, per il tempo passato insieme, tutte cose che nessuna MasterCard,nemmeno la loro,può comprare...




domenica 4 luglio 2010

Spaetzle

In cinque anni di permanenza in Svizzera ho avuto modo di sperimentare poche ricette della tradizione locale, ma credo di aver imparato abbastanza bene a preparare gli spaetzle.
Qui a Basilea vengono utilizzati come contorno per accompagnare piatti di carne stufata, irrorati da saporiti intingoli, oppure saltati in padella.
Con il pesce, invece,viene servito riso bollito, patate lesse o in pure',a completare un gustoso piatto unico.
Nelle mie preparazioni tendo ad affidare a questi gnocchetti il ruolo di protagonisti, impiegandoli come primo piatto, forse snaturandone un pochino l'essenza di "discreti accompagnatori", ma credo che i basilesi DOC come la mia vicina di casa, l'ottantenne pimpantissima Frau Stocker, non se la prenderanno più di tanto.
La versione che personalmente preferisco e' quella agli spinaci, che ho trovato sfogliando un libro di ricette ricevuto in regalo qualche anno fa', "la cucina nelle Dolomiti" di Anneliese Kompatscher:

350 grammi di spinaci cotti e tritati
300 grammi di farina
2 uova
1 bicchiere scarso d'acqua
Sale e pepe

La preparazione e' davvero molto semplice: basta lavorare le uova con la frusta, incorporare gli spinaci tritati ed infine la farina a poco a poco, diluendo con poca acqua alla volta, fino ad ottenere la consistenza di una pastella appiccicosa e densa.
Si regola di sale e pepe e poi si lascia riposare una mezz'ora.
Esiste un attrezzino apposito per dare forma agli spaetzle, ma quello che ho io e' una versione diversa dal solito: ha la forma di una piccola racchetta bucherellata, che si sistema direttamente sul bordo della pentola che bolle, e con l'aiuto di una spatolina di plastica si lascia colare l'impasto nell' acqua bollente.
La cottura e' breve, diciamo che appena vengono su sono cotti, e possono essere trasferiti in padella con il condimento.
Il bello di questi gnocchetti e' che si prestano a varianti infinite, con l'aggiunta nell'impasto di concentrato di pomodoro, barbabietole tritate, carote e chi piu' ne ha più ne metta, a creare piatti colorati e gradevoli non solo al palato...
Per il condimento stesso principio: speck e panna, burro salvia e parmigiano, salsa di pomodoro, dadini di prosciutto e funghi....
Le mie versioni hanno un sentore di mare nel condimento, il che magari può sembrare una contraddizione in termini, ma la coerenza purtroppo non e' mai stata il mio forte.

Con un intingolo ai gamberetti:


Con una salsa arricchita da qualche striscia di surimi, senza spinaci nell'impasto:


Se si desidera prepararli in anticipo e condirli in un secondo momento vanno conservati in una bacinella piena d'acqua, altrimenti si appiccicano senza rimedio, esperienza personale.
Peccato che questo Frau Stocker si era ben guardata dal dirmelo....