giovedì 27 febbraio 2014

Lettera per Gaia

Cara Gaia,
arrivera´ il giorno in cui sarai in grado di leggere questo messaggio e valutarlo con gli strumenti che l´ esperienza della tua vita ti avra´ donato.
Chissa´ dove saremo quel giorno, quali saranno le nostre speranze e per quali obiettivi vivremo.

Oggi stiamo attraversando uno dei momenti piu' duri, aridi e dolorosi, e lo stiamo facendo nel peggiore dei modi.
Mi chiedo a cosa portera´ alla fine tutto questo, mi sforzo di guardare oltre questa devastazione e vederci un futuro sereno per tutti.
La cosa che mi preme di piu´ dirti oggi e´ che ti voglio bene, molto piu´ di quanto ti abbia dimostrato ultimamente; sai, io sento che siamo legate da un vincolo molto profondo, di cui ignoro la natura, ma che fin dal primo giorno in cui ti ho visto mi ha travolta.

E´ un amore viscerale, che risveglia qualcosa di antico e totalmente lontano dalla razionalita´.
E´ qualcosa che forse mi accadra´ di riprovare un giorno, quando io stessa diventero´ genitore e incontrero´ per la prima volta lo sguardo di mio figlio.

Io ti ringrazio, Gaia, perche´ c´e´ stato un giorno in cui tu mi hai guardata in faccia e mi hai chiesto, con una vaga aria di rimprovero: " cosa hai fatto in faccia, zia?".
Io ti ringrazio, Gaia, perche´ c´e´ stata una mattina in cui ti ho telefonato mentre guardavi i cartoni animati e hai voluto lo stesso parlare con me, nonostante non ne avessi voglia.
Io ti ringrazio, Gaia, per il messaggio di speranza che hai portato venendo al mondo, e per quello che hai fatto per la nonna.

Ti ringrazio per tutte queste cose, e ti ripeto che ti voglio bene, molto di piu´ di quanto tu possa pensare, o penserai in futuro.
Ora queste parole sono tracciate indelebilmente in questo diario, e nessuno potra´ dire che non le ho pensate, pronunciate, scritte.
Potranno dire, forse, che non hanno significato, ma questo sarai tu a deciderlo.



lunedì 24 febbraio 2014

Peppino

E´ triste non aver fame
di sera all´ osteria
e vedere nel fumo
dei fagioli caldi
il suo volto smarrito

P. Impastato

venerdì 21 febbraio 2014

Considerazioni conclusive

Le hai pronunciate tu queste parole, una mattina in quel terribile ospedale, mentre giorno per giorno ti toglievano la capacita´ di decidere il tuo destino, la dignita´ di controllare il tuo corpo, la voglia di vivere.

Le hai pronunciate tu, con la lucidita´ che ti ha sempre contraddistinto, nonostante le ferite subite dal tuo cervello, nonostante le offese provenienti dal tuo stesso sangue, nonostante la troppa indifferenza che ti ha circondato.

Ne abbiamo avuto di tempo in questi mesi per stare insieme, ci siamo dette tutto, abbiamo avuto anche il coraggio di litigare, di scontrarci sempre sulle stesse tematiche, che purtroppo non hanno avuto soluzione.

Io non sono forte come te, e sono crollata, mi sono rifugiata nell´unico luogo in cui mi pare di respirare a sufficienza per continuare a sopravvivere, lasciandomi alle spalle terra bruciata e desolazione.

Non ho intenzione di tornare, non se quello che mi aspetta e´ il tipo di rispetto che e´ stato riservato a te nella difficile vita che stai vivendo.

Lasciamo parlare Lucio, il tuo amato Lucio, lui sa cosa dire.